Governo Mafia

Governo Mafia

Scorda la classica Mafia, quella che hanno costruito a forza di meme. Nulla a che fare con le organizzazioni criminali. Dimentica il pregresso mafioso: nel senso di un tizio con corpetto, coppola e lupara, a bordo di un asinello che attraversa la piazza di un paesino della Sicilia. No, non è questo che si intende.

Ridisegnamo Mafia, Camorra, ‘ndrangheta, e tutte le desinenze conosciute, riconosciute, sconosciute. Queste oggi sono divenute completamente tutt’altro. In mezzo a manager, sindaci, governatori, parlamentari, CEO, dipendenti comunali/regionali/statali, ci sono tantissime figure più o meno istituzionali che rappresentano le mafie del territorio, quelle nazionali e quelle sovranazionali.

« Sorry Baby. Sorry friend, but power corrupts souls. Everyone has to pay a mortgage and send their children to college. In any case, avarice has no limit. The easiest way is the one that all the weak take, and you have no idea how many weak there are around you … »

L’amico mafioso che non sospetteresti mai, quello che divideva il banco con te alle elementari, oppure il tuo primo collega di lavoro che avevi quasi dimenticato. L’insospettabile impiegata che ti servirà tra 47 secondi allo sportello. Ovunque nel tuo mondo sono presenti figure più o meno anonime, tanto quanto di spicco, che fanno parte di un sistema collaudatissimo. Un legame sartoriale vecchio di secoli, generazionale, pieno di dinosauri e nuove leve.

Spesso loro stesso inconsapevoli, imbastiscono comunque la trama dell’illegalità con una scrollata di spalle. Confidenze mafiose, favoritismi mafiosi, assunzioni mafiose, affossamenti mafiosi, mafiosamente ovunque, proprio come quell’immagine della piovra.

Falcone e Borsellino amavano riportare quella frase del “segui il denaro per capire il sistema” in effetti nulla è cambiato. Segui i soldi e troverai il potere. Segui il potere e scoverai l’illegalità. La triade è collegata strettamente a questi tre valori: denaro, potere illegalità.

Tutti operano stranamente per un disegno più alto del tuo. Incredibilmente in un istante il sistema ti ha escluso e sei in giogo di forze più grandi di te, che non sono i regolamenti e le leggi, giuste, sempre. Il problema è il modo in cui vengono usate queste contro di te e stranamente quelle che ti aiutano, difendono, sostengono… puff! non esistono più, svanite e non rispettate per l’istante necessario a sopraffarti. Almeno fino a che qualcuno non lo fa notare, ma attenzione perché se è in atto un sopruso sarà difficile non peggiorare la situazione così facendo.

Hai dubbi su questo? Beh, vorrei mostrarti questo video, in modo che tu possa capire per intero il concetto di Mafia visto da chi vi partecipa. Ma anche perché del film “il Padrino” ne abbiano fatti altri due sequel e diverse serie come “I Sopranos”.
La mafia ci sta simpatica perché spesso siamo noi.

Questa è l’informazione per cui come Stato sborsiamo decine di milioni di euro ogni anno, mentre il popolo si trova tra l’imperante scelta di poter acquistare l’iPhone o le ferie (magari anche a ratei), l’abbonamento a Sky/Prime/Netflix o mangiarsi i calzetti al 15 del mese.

In realtà l’italiano paga il 70% di ciò che ricava in tasse e balzelli, senza riceverne in cambio pari servizi

Un paese meraviglioso, con un clima stupendo. Con cultura e civiltà pazzesche da far arrossire il resto del mondo. Tanti e tali vantaggi da far accapponare la pelle a chiunque anche solo descrivendo i primi esempi di cultura, cibo, clima, storia, paesaggio… Poi però abbiamo gli stipendi più bassi d’europa da 30 anni. Abbiamo un metodo lavorativo che è inspiegabile persino a noi stessi, tanto che siamo arrivati a dare redditi di cittadinanza piuttosto che mettere mano al mondo del lavoro.

Come provare tutto questo?
Semplice. Fate caso ad un quotidiano qualsiasi, andate al bar a prendere un caffè o un bicchier d’acqua e prendete in mano il giornale. Sfogliatelo.
Quanta bella pubblicità. Titoli ad arte per attirare la lettura — non tanto dell’articolo bensì delle promozioni pubblicitarie — ma pochissimi giornalisti convinti, pochissime indagini e tante opinioni. Fatti zero! Se non quelle veline politiche passate come comunicato stampa che vanno assolutamente pubblicate ‘as is’.
«Dichiarazioni a go-go, annunci a pacchi» – come dicono i ragazzi del liceo che leggono i giornali – «ma fatti ben pochi».

Sono stato ieri ad un incontro con i ragazzi di alcuni licei, perché volevano capire, alle prossime elezioni si vorrebbero orientare al voto. In questo periodo è usuale recarsi presso associazioni di categoria e rappresentanze economiche, culturali, sociali e rappresentative del nostro territorio. Le domande si sprecano, ma io di risposte non ne posso dare. Posso raccogliere le istanze delle varie rappresentanze ed eventualmente, una volta dibattute, inserirle nel programma regionale ( qualora nell’eventualità non venissi eletto servirà ancora per chi si troverà a portare avanti il programma elettorale ).
Posso esprimere le mie opinioni, basate su esperienze dirette, sui precedenti incontri, posso quindi esprimere valutazioni e affermare come dedicherò tutto il mio impegno affinché si realizzino le istanze del programma sui temi che conosco, ma non posso certo dare risposte immediate ai problemi visto che il mio ruolo di candidato non è nulla più che qualcosa di paragonabile ad una bandierina istituzionale.

Quando e qualora fossi eletto dovrà essere mia cura spiegare come sia possibile realizzare quanto prospettato nel programma, elaborarlo, consultare gli specialisti, portare proposte concrete.

Mentre nel caso dei giornali quotidiani e delle TV nazionali, basate su personaggi accreditati, ci si aspettano fatti concreti riportati dalla fonte diretta, magari argomentate con piccole indagini che mostrino i fatti legati ad una certa dichiarazione.

Cosa è rimasto da salvare? Tutto!
Ma sarà difficile farlo tra una champions ed una puntata del grande fratello: panem et circenses…
In 2.000 anni non è cambiato nulla.

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