La nostra evoluzione: un obiettivo a cui non si sfugge perché nella nostra stessa natura umana
Qui cerchiamo di chiarire il destino della natura umana di fronte allo stato attuale della nostra società.
L’obiettivo principale della nostra specie è sempre stato l’evolversi, sia in termini di evoluzionismo che in accordo con l’evoluzione sociale e quella darwiniana. Ciò per alcuni può apparire indubbiamente sorprendente, ma lo stato di fatto della nostra società è evidente. Lo potremmo definire certamente uno scopo [inaspettato] della vita di ciascuno di noi.
Per capire di che stiamo parlando, poniamolo come il più alto concetto, ripetiamo insieme: il destino della natura umana. L’invisibile intento che sta alla più alta meta raggiungibile. Questo anche se il nostro pensiero locale ci porta ad essere cantanti, ballerini, spie, chef…
Limite umano e limite dell’umanità, distinte possibilità
Pur se nel nostro piccolo egoismo vorremmo essere splendidi e splendenti, rendendoci unici e capaci di attrarre l’attenzione dei molti, dobbiamo in realtà fare i conti con tutti i limiti umani del singolo.
Vedi il successo dei media d’intrattenimento, dei social e l’aspirazione a capo-branco insita in tanti di noi. Questi sono il motivo stesso della vita, che ci spingono ad ottenere risultati apprezzabili dal nostro lavoro quotidiano e soprattutto un premio a tutto ciò.
Ognuno ha il suo scopo, alcuni se lo prefiggono, appunto cantanti, ballerini, spie, chef… l’umanità intera, invece, ha il destino della già segnato.
Questo perché il fine ultimo dell’umanità, il destino della natura umana, sarà diventare una specie interplanetaria e fondersi con l’Universo stesso.
Chiaro e visibile al nostro orizzonte l’obiettivo della colonizzazione del Pianeta rosso. Ma questo è solamente la conseguenza di una paura ancestrale nel cercare di evitare uno scenario apocalittico sulla Terra. Situazione peraltro più che plausibile per tantissime ragioni.
La nostra missione è sopravvivere come umanità, ma abbiamo tutte le possibilità contro
Anche il fisico Michio Kaku ci avverte di questa moltitudine di possibilità, se non si adottano strategie di riserva. A proposito del fatto innegabile che il destino dell’umanità sarà quello di scomparire un giorno, non viene lasciato scampo. L’estinzione è una norma fra le forme di vita che hanno abitato la Terra, tanto che il 99,9 per cento di esse sarebbe oramai scomparso.
Le minacce che si stringono intorno alla specie umana sono molteplici: una catastrofe naturale, come l’eruzione di un vulcano gigante, peraltro già avvenute 450 milioni di anni fa e 30 milioni di anni or sono e che causarono estinzioni di massa; una catastrofe dovuta all’azione umana, come il riscaldamento globale, l’eccessiva crescita demografica, l’abuso del nucleare o l’uso di armi di distruzione di massa in un conflitto; la collisione di un asteroide o di una cometa, un NEO (Near Earth Objects) come quello che fu tra le cause dell’estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa.
L’unica via di fuga
Non c’è bisogno quindi di arrivare all’inevitabile trasformazione del Sole in una stella gigante rossa. Quando avverrà, fra cinque miliardi di anni, causerà l’aumento della sua dimensione e del calore della Terra, facendo perire ogni forma di vita.
Quel disastro inaspettato capiterà sicuramente molto prima e non è dato sapere quando. Potrebbe accadere domani per quanto ne sappiamo.
Di fronte a un panorama così avvilente, all’umanità non resterebbe che trovare una via di fuga, conquistare un altro luogo dove creare una colonia umana, un piano B, un’altra Terra. È questa un’ipotesi che era già stata avanzata da molti, fra i quali Carl Sagan e Stephen Hawking: diventare una specie biplanetaria, multiplanetaria o interplanetaria, aumenterebbe enormemente le possibilità di sopravvivere all’estinzione.
Anche il paladino della nuova corsa spaziale, Elon Musk, sostiene che serve un piano B per difendersi dalla propria estinzione. Pertanto la corsa verso Marte è il primo obiettivo che ci siamo scelti. Le missioni sulla Luna sono tornate in voga ultimamente proprio per questo. La Luna è ancora sotto studio per perfezionare gli strumenti e capire la sopravvivenza al di fuori del protettivo campo magnetico terrestre. Questo in visione di un viaggio così lungo da impiegare diversi mesi per la sola andata verso Marte.
Sicuramente sarà questo quindi il nostro modo per raggiungere il picco dell’evoluzione. Tale picco è la fusione con questo Universo, visto che ci stiamo approcciando a diventare veramente una società interplanetaria (ogni resistenza è inutile). La nostra destinazione finale è indubbiamente questa.
Tutto ciò, pur essendo un altro argomento, meritava un accenno per via della tematica che andiamo a trattare.
L’evoluzione impone il consolidamento delle proprie peculiarità in una forma e sostanza nuove
Avremo bisogno di molte intelligenze per fare tutto ciò e alcune di queste senza limiti decisionali dati dalla chimica ormonale umana. Il destino dell’umanità -tutta nel suo insieme- è evolvere gradatamente, sino a raggiungere la più alta concentrazione nella colonizzazione dell’Universo. Un’istruzione presente nel nostro codice genetico che possiamo chiamare preservazione della specie e ci insegue sin da quando eravamo batteri.
Il destino più immediato nel nostro futuro come umanità, sarà quindi quello di ricorrere all’intelligenza artificiale; anzi neppure tanto nel futuro, possiamo percepirla ormai presente e intorno a noi.
Ok, siamo destinati a grandi cose in futuro, ma nell’immediato, perché l’IA?
Molto prima di questa grande colonizzazione, l’umanità è evidentemente destinata ad una lenta e continua evoluzione. Tentativi su tentativi, svilupparsi, crescere, evolvere, fino a creare una identità in cui si riflettono appieno le nostre capacità.
Avverrà questo, è indubbio. Qualcuno qui potrebbe non essere d’accordo e, chiacchierando tra noi, chiunque sarebbe concorde ad ammettere anche la contro evoluzione presente, ossia l’involuzione, idiocracy e altri fatti perfettamente spiegabili.
Con questo non intendo mettere in discussione la vita stessa, la religione, l’etica e altre questioni prese a singolo campione. Ciò di cui si parla qui è molto più grande e a lungo termine, non bisogna assolutamente negarlo, perché è diventato tangibile, reale, presente, nel nostro quotidiano e certamente lo sarà sempre di più nel nostro futuro.
Quindi, l’uomo non basta più.
Chi dovesse ancora ostinarsi a rifiutare questa idea dovrebbe rivedere i propri modelli di logica applicata ai fatti.
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