Ossigeno

Ossigeno

Greta e i gretini

Parliamo di ossigeno, quel gas che ci serve per respirare. Ne parliamo perché recenti incendi in Australia, nella Taiga e Tundra, in Amazzonia, in Africa e in tante altre foreste del mondo, hanno colpito duramente i polmoni verdi del nostro pianeta. Questo dopo l’evidenza ormai confermata dell’enorme quantità di ghiacciai persi negli ultimi 150 anni.

Tempo rimasto a disposizione…

Ogni anno abbiamo un tempo a disposizione, che non sono i 365/366 giorni prima del capodanno, bensì il tempo necessario a giungere fino al Earth Overshoot Day, un arco temporale che si estende dal 1° di gennaio sino a luglio/agosto circa. Perlomeno oggi nel momento in cui scrivo, negli anni ’20.
Momento in cui mediamente abbiamo consumato tutte le risorse a disposizione, dove si iniziano a consumare quelle future. Cominciamo così a consumare nuova acqua, nuovo territorio, nuovi alberi, nuova energia, nuovo petrolio… In un ecosistema che sembra infinito, ma che in realtà fornisce una disponibilità certa e finita, noi consumiamo senza regole. Scaviamo, scaviamo, ancora, modificando l’ambiente circostante e -come il Paradosso di Noam Chomsky ‘la rana nella pentola‘- non riusciamo a renderci conto di quali danni provochiamo.

« Gli adulti continuano a dire: “Lo dobbiamo ai giovani, dobbiamo dare loro speranza.”
Ma io non voglio la tua speranza. Non voglio che tu sia ‘speranzoso’.
Io voglio farti prendere dal terrore. Voglio che tu senta la paura che provo ogni giorno.
E poi voglio che tu agisca. »

Greta ThunbergDavos UN COP24 World Economic Forum – Gennaio 2019
Greta Thunberg
Davos UN COP24 World Economic Forum – Gennaio 2019

Capri espiatori ne abbiamo?

Abbastanza chiaro.

In quel periodo avremo sentito quasi tutti gli interventi in cui si dava la colpa a Bolsonaro degli incendi nell’Amazzonia, poi seguiva la replica di Bolsonaro il quale rimpallava la colpa alle ONG. Altri comunicati che davano la colpa sia del mancato intervento di Bolsonaro nello spegnerli che del silenzio generale di tutti, a parte i media. Si sono susseguite tante espressioni, post sui social, trasmissioni, relazioni, conferenze, ognuno accusava chi appiccava gli incendi nella Tundra, nella Taiga, in Amazzonia, quindi avevamo chi si difendeva attaccando a sua volta. Dicesi “rimpallo”, io accuso tu che hai già la risposta pronta e così via, tutto per nascondere il disboscamento illegale…

I media che ci informano, sono solo la foglia di fico a coprire un Re nudo.

Non dovrebbe fregarcene di meno avere il caprio espiatorio a cui addebitare la colpa.
Mi chiedo invece come mai non ci fosse nessuno a spegnerli questi incendi. Se abbiamo la tecnologia per individuare questi disastri, se possiamo vederli, dovremmo poi anche intervenire e non solo incolparci a vicenda.
Mi chiedo dove siano le armate inglesi, danesi, tedesche, italiane, statunitensi, russe, norvegesi, cinesi… tutte le altre forze, in un presidio internazionale congiunto a protezione del polmone del nostro pianeta.
Spendiamo miliardi per cercare acqua su altri pianeti, inviamo uomini e robot a miliardi di km, ma non siamo in grado di preservare il nostro ambiente qui a poche migliaia di chilometri da casa.

Forse ci serviva area disboscata, come racconta la NASA da una parte della storia, per nuove installazioni, nuove aree, nuovi campi da coltivare. Ho il terrore che ciò che vedo sia tanto vero oggi quanto il risultato sarà visibile su Google Maps a distanza di tempo.


Alaska e Siberia: Tundra e Taiga
Australia e Africa, Europa e Stati Uniti, Cina e India…: ma che vi è preso?

Terrore

Da parecchio tempo ho questo terrore. Greta doveva ancora nascere, ma devo ringraziarla per avermi fatto presente che mi stavo dimenticando: grazie Greta.

La mia divulgazione sui temi ambientali in tanti anni, dove ho incontrato in svariati eventi migliaia di persone che avevano dimostrato sensibilità sul tema, apparentemente non sembra sia servita a molto. Si, dai, molta gente ha partecipato, ha condiviso con me quelle paure. Molti hanno anche visto i film catastofe ed i documentari che trasformano dati grezzi in solide realtà. Ma pare non sia servito a molto, siamo sempre a 400 kg procapite di rifiuti/annui. Quindi provo un’altra strategia.

verde calma armonia serenità ossigeno

Prima di tutto un inciso

Perché noi possiamo respirare servono alcune cose fondamentali; un’atmosfera principalmente: vento, climi e stagioni, che trasformino pioggia/neve/ghiaccio in altrettanta acqua la quale poi seguirà il suo corso cinquecentennale; un’idrosfera altrettanto principalmente: serve appunto l’acqua, sana preferibilmente, non inquinata, non radioattiva, accessibile e in grandi quantità; servono batteri, alghe e alberi, che producano ossigeno in questi climi e in questa acqua. Queste necessità non sono scindibili. Servono tutte e contemporaneamente, preferibilmente sparse ovunque.

Fondamentale acqua. Non necessariamente dighe, tubature e invasi che la conservino, a meno di non fornirla in quelle aree dove la sua presenza è scarsa, ma così facendo sappiamo per certo di provocare un cambiamento climatico. Ad esempio: volessimo fornire acqua a tutto il deserto del Sahara, per impiantare popolazioni, piantagioni e allevamenti, quanto pensiamo di incidere sul clima terrestre; nulla; tanto; uno stravolgimento?

Alcuni dati su cui basarsi

Ho imparato che un albero “adulto” fornisce in media circa 1.100 kg di ossigeno all’anno. Chiaro qui i conti dipendono dal tipo di albero: dalla sua età e dimensione fogliare, dalla specie, dall’esposizione, dalla sua salute, ecc. Diciamo che lo usiamo come riferimento.
Ho imparato anche che un essere umano consuma mediamente ogni anno 230.000 kg di ossigeno. Sembra un numero astronomico ma è così*. La realtà è che per ogni umano servirebbero almeno 200 alberi per andare in pari, solo per respirare**.

* = Un adulto medio a riposo inala ed esala circa 8 litri di aria al minuto: in un giorno dunque vengono respirati in totale circa 11 mila litri di gas.
L’aria inalata è composta per circa il 20% da ossigeno, mentre quella esalata ne contiene solo il 15%, perciò circa un quarto dell’ossigeno viene “consumato” a ogni respiro.
Ogni essere umano consuma quindi mediamente 550 litri (circa 0,5 m3) di ossigeno al giorno.
Moltiplicati per un anno sono circa 200 mila litri. Convertendo l’ossigeno da litri a kg (fattore 1,141) otteniamo circa 228.200 kg.
Che diviso 1.100 kg di ossigeno prodotto da ogni albero adulto fanno?
Servirebbero 207 alberi procapite.

** = Non parliamo assolutamente di quanto ossigeno serva per tutte le altre “combustioni”, dalle caldaie, ai motori, ai forni, ecc., qui ci riferiamo solo al consumo per respirare e non alle altre attività umane.

Un chiarimento necessario.

Tra il 50 e il 70% dell’ossigeno presente sulla Terra viene prodotto dalla fotosintesi delle alghe negli oceani. Il resto dalle praterie, dai campi coltivati (sì, anche loro) e dalle foreste che crescono velocemente, accumulando carbonio e rilasciando ossigeno.
Anche se sappiamo che in realtà l’ossigeno del pianeta è prodotto in gran parte dall’azione dei cianobatteri, delle alghe, dei mari e dei fiumi, le cascate, ecc., ciò non toglie che uno sconvolgimento climatico potrebbe invertire il ciclo cinquecentenario delle acque planetarie e produrre una crisi ambientale in più parti del nostro mondo. A questo punto l’unica forma di vita, utile a mantenere per gli anni che serviranno al ripristino delle condizioni di sicurezza, sarebbero proprio gli alberi.
Ecco perché qui mi sto sbracciando per parlare di queste creature.

Ho il sospetto che l'ossigeno in quest'area debba essere risucchiato dall'esterno...
Ho il sospetto che l’ossigeno in quest’area debba essere risucchiato dall’esterno…

Ora. Dove sono tutti questi alberi?

Dov’è il verde?
Dove sono gli alberi?
Nella mia città gli alberi sono praticamente scomparsi. Rimangono principalmente le piante nelle proprietà private.
Anche questa estate avrai notato l’asfalto a 50º e pochissimo verde.

I pochi alberi rimasti stanno male: tagliano le radici ogni volta che si rompe un tubo e scavano per ripararlo, oppure per costruire ciclabili, marciapiedi, nuove strade, ecc.. Poi quando logicamente l’albero muore, cadendo a terra o su quello che trova li per li, allora si cercano le colpe, le ragioni.
Si sprecano tonnellate di carta dei quotidiani (provenienti sempre dagli alberi), per scrivere di soluzioni che puntualmente non arrivano perché costano troppo, sono impraticabili, ingestibili, inutili, insufficienti, inadatte, inefficaci…

La soluzione qual’é? Niente più alberi!

Nel mio comune c’è un “ufficio verde e abbattimento alberi”, dove si pagano 250 euro circa per procedere all’abbattimento, previa messa a dimora di un nuovo albero. Non ci è dato sapere se 8 mesi dopo il “nuovo albero” sarà ancora li.
Per abbatterli devi fare richiesta, pagare, attendere 6 mesi che il nuovo albero attecchisca, poi puoi tirare giù il vecchio. Ma mi dicono che dopo un mese le pratiche siano già sbrigate. Addirittura esistono degli escamotage, cavilli di legge che consentono l’abbattimento per casi eccezionali. Ad esempio, il comune stesso ne abbatte 200 per fare una corsia di autobus.

Lo vedi anche tu che non ci siamo per niente.

Esiste anche la possibilità di regalare un albero al proprio comune: “Regala un albero alla tua Città”. La legge 10/2013 comma 2 art.1, prevede che i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti stabiliscano una procedura di messa a dimora di nuovi alberi, in sostituzione di quelli caduti o per l’installazione di nuove aree con alberature. La procedura prevista ti consente di donare da 150 a 250 [!?] euro per una porzione del costo o per l’albero intero.
Esistono poi delle APP che permettono di regalare alberi ad amici, con un costo molto irrisorio, circa 25 euro fino ad arrivare a 45 euro, ma verranno piantati in Spagna o in Africa, non nel proprio comune. Non è chiaro come mai costi così tanto piantare un albero nel mio comune, fatto sta che farlo piantare in Africa o in qualunque altra parte del mondo sembra avere poco senso, visto che noi respiriamo più spesso qui. In realtà noi qui oggi respiriamo ossigeno che si è creato nello scioglimento di ghiacciai, nel mezzo dell’oceano, in una cascata all’altro capo del mondo, probabilmente più dall’albero qui sotto.
Esistono imprenditori che hanno costruito siti per vendere ogni tipo di albero, con un costo irrisorio nell’ordine dei qualche decina di euro.
Strano che il mio comune richieda un paio di centinaio di euro in più.

Ora, due conti. Esistono 160 mila persone nella mia città. Se ogni anno il comune mettesse da parte un euro dalle tasse di ciascuno, accumulerebbe circa 160 mila euro. Che divise per 250 euro ogni albero farebbero circa 640 alberi nuovi ogni anno. In capo a 10 anni diventerebbero 6.400 alberi. In capo a 50 anni diventerebbero 320 mila alberi. Che sarebbero 10 volte il numero degli alberi censiti attualmente (sempre nella mia città). 320 mila alberi non soddisferebbero tutto il fabbisogno degli abitanti della mia città, nemmeno sommati all’esistente, ma sarebbero un buon inizio. Diciamo che l’ossigeno è una di quelle regole sottintese che servono alla VITA. Per averne una buona scorta servono alberi in quantità.

Per raggiungere il numero di 33 milioni di alberi, che servirebbero ai 160 mila miei concittadini per andare in pari solo per respirare, con la piantumazione di 640 alberi all’anno, di questo passo servirebbero circa 51 mila anni
Tutto chiaro? Iniziare domani è già tardi, perciò mi chiedo cosa stiamo aspettando.

Lo senti anche tu che stai già meglio? Basta la vista di alcuni alberi e il nostro organismo, avido di ossigeno, già si prepara a respirare più lentamente e profondamente.
Lo senti anche tu che stai già meglio? Basta la vista di alcuni alberi e il nostro organismo, avido di ossigeno, già si prepara a respirare più lentamente e profondamente.

C’è dell’altro…

Della quantità gigantesca di scarti e rifiuti che vanno all’inceneritore ce ne accorgiamo ogni volta che andiamo a fare la spesa o che scartiamo qualunque cosa compriamo. Si, qualcosa andrà anche recuperato, ma di bidoni di differenziata pieni ne vedo molto pochi, mentre quelli dell’indifferenziata traboccano.

Di tutti quei mezzi che attraversano la mia città potrei dire numeri e cifre, sulle tonnellate giornaliere di scarti e inquinanti, ma so già che hanno l’effetto dell’acqua fresca sui complici incolpevoli di un sistema corrotto.

Quando tutti gli amministratori attuali saranno vecchi decrepiti, morti, rimarranno i nostri figli con un problema irrecuperabile, irrisolvibile, causato da noi.

Quando tutti noi ce ne saremo andati, qui resteranno ancora tonnellate della nostra entropia per altre migliaia di anni, ma pochissimi alberi credo.
Esiste un solo modo per agire, come chiede il buon senso: smettere. Immediatamente.

Se non è il governo del paese a risolvere il problema, devono essere le persone che hanno a cuore il mondo in cui vivono e il futuro dei loro figli.

Smettere di consumare plastica.

La bottiglietta usa e getta? Non la compro più.
I prodotti contengono quantità industriali di imballi? Non li compro più.

Rifiuti.

Smettere di spargere veleni sarebbe un altro importante passo in avanti.
· L’automobile è acclarato che inquina? Non la uso più.
· Il bidone dell’indifferenziata? Va eliminato.
· Bisogna lottare per condurre la raccolta porta a porta alla tariffa puntuale.
· Cercare di produrre non più di 30 kg di rifiuti dovrebbe essere l’obiettivo, mentre oggi produciamo 400 kg di rifiuti procapite all’anno.
· Non dimentichiamo di piantare i nostri 200 alberi per ogni figlio (non solo uno, come vorrebbe la legge inapplicata). Questo in modo da permettergli di poter respirare domani, ma anche per ridurre l’entropia riciclando l’organico in un’economia circolare, sia con gli alberi che con l’agricoltura.

Utopia?

Aspetta a mandarmi a quel paese, arriva fino in fondo.
Non è forse utopia produrre e/o comprare un contenitore di plastica eterno per trasportare la cosa più usa e getta che ci sia, l’acqua?

La rivoluzione anti inquinamento ha un suono che non si ascolta, ma passa comunque per le nostre vite.

Se pensi veramente che sia utopia devi anche ammettere che ogni umano sul pianeta ha i tuoi stessi diritti.
Allora, moltiplica 400 kg per 8 miliardi di umani.
Sono 3,2 miliardi di tonnellate di rifiuti.

Quanti sono 3 miliardi di tonnellate?
Sono le merci che passano da tutti i continenti verso l’europa ogni anno.
Sono 1 milione di piscine olimpioniche.
Sono il numero di merci che partono dalla sola Cina ogni anno.
Sono tutta la produzione mondiale di bottiglie di Coca Cola in un anno.
Sono la quantità di spreco alimentare che produciamo ogni anno.
Sono le merci olio e gas che trasportiamo via mare ogni anno.
Sono la quantità di CO2 che liberiamo in atmosfera ogni anno.
E questi sono solo i rifiuti.

Vogliamo fare gli stessi conti con le automobili?
Immagina quanto ossigeno rimane dopo che un motore a combustione moderno, quindi ad alta efficienza, da qualche migliaio di centimetri cubici, ha fatto il giro dei pistoni…
1 metro cubo d’aria al secondo, forse molti di più se pensiamo a camion, bus, navi. In un’ora di strada il mezzo più piccolo ha consumato tutto l’ossigeno che un essere umano consuma in un giorno.

Tu che hai letto fino a qui, ma che hai dubbi sulla mia utopia o sulla fattibilità e, anche se ti stai già impegnando, pensi che sia troppo quel che viene chiesto. Prova ad immaginare se un domani tu fossi obbligato a farlo tutto questo, ne saresti capace?
Saresti in grado di razionare l’acqua o l’ossigeno?
Saresti capace di andare in bici a 10 km da casa per lavorare ogni giorno?
Saresti in grado di vivere senza tecnologia, senza energia elettrica o senza carburanti?

Ebbene, è proprio la direzione in cui stiamo andando.

Per tutti gli altri? Non aspetto che siate morti, ve lo dico adesso di andare a quel paese.

Il paradosso della rana, di Noam Chomsky

A volte ci sentiamo numeri…


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