Il Referendum, la Petizione europea e la vera Europa?

Il Referendum, la Petizione europea e la vera Europa?

Come funziona la Petizione europea?

Difesa

Ad esempio; potremmo chiedere cosa ne pensano i cittadini europei, favorevoli o contrari, all’unione di tutte le 28 forze armate. La difesa dei rispettivi paesi in un unico soggetto militare. Un’unica forza armata europea, in modo da ridurre enormemente la spesa militare. In questo modo si potrebbero prendere decisioni di “sostegno ai popoli” o “ritiro delle truppe” tramite consultazione popolare.

Economia e sviluppo da fonti alternative ed ecosostenibili

Si potrebbe anche chiedere -per assurdo- se destinare, temporaneamente [1 o 2 anni], tutte le risorse economiche europee (militari, legislative, formative, di sostegno alla scuola e alle imprese), per la formulazione di un progetto comunitario di conversione solare. In modo che ciascun cittadino sia dotato almeno di 1 pannello fotovoltaico.

Unità di misura

Potremmo chiedere anche la modifica di convenzioni e delle unità di misura, ad esempio eliminare o introdurre definitivamente l’ora legale.

La petizione europea esiste veramente, ma è quasi per nulla sfruttata. Questi sopra, intendiamoci, sono solo esempi per entrare nell’argomento.
Ecco, veniamo all’argomento.

L’economia principale: le banche

Se allo stesso modo si chiedessero a tutti i cittadini della comunità europea, sempre tramite petizione popolare, questioni di rilevanza economica?
Facciamo alcuni esempi pratici;

  • la possibilità di sottoscrivere una formula bancaria di prestiti all’1% per tutti i residenti nella comunità europea;
  • eliminare le commissioni bancarie, applicando solo costi per operazioni e aumentando così la trasparenza.

Ebbene cosa succederebbe?
Ci hanno sempre fatto intendere che le decisioni della Banca Centrale Europea in materia di moneta dipendono dall’Europa. Dimostriamocelo!

LA BANCA

La BCE ha l’aspetto di una società privata, non dipendente dall’Europa in forma diretta, ma è invece come una partecipata con l’Europa socia di maggioranza.
L’eurozona (la zona euro o eurolandia), è l’insieme degli stati membri dell’Unione europea che adottano l’euro come valuta ufficiale. Ovvero quegli stati che formano l’Unione economica e monetaria dell’Unione europea, non tutti gli stati dell’Europa.
La domanda ora è: la moneta unica europea, l’Euro di cui fanno uso i 17 paesi come valore di scambio qualificato, è di proprietà delle banche o dei cittadini? Questo è l’aspetto non chiaro. Perché ad esempio San Marino ed il Vaticano, Malta e la Turchia, fanno abbondante uso di Euro. Questi paesi non sono parte della comunità economica europea.

Il “Consiglio Economico”

La composizione grafica della comunità europea
La composizione grafica dell’Europa

Per quello che ci è dato sapere la politica monetaria viene decisa dall’Unione Europea nel suo insieme – due Consigli, il Parlamento e la Commissione. Questo per gli stati che hanno l’Euro. Invece le decisioni vere e proprie – questioni economicofinanziarie legate all’Unione economica e monetaria dell’Unione europea (UEM) – spettano al consiglio dei ministri delle finanze dell’eurozona, l’Eurogruppo.

Un esempio di economia su scala globale: i principi della termodinamica

Per esprimere un concetto sull’economia è sufficiente avere chiaro che ogni scelta genera conseguenze. Le leggi della termodinamica si applicano anche all’economia. La banca rappresenta il contrario di una funzione di stato come l’entropia: aggrega moneta. L’economia di una società è invece pura entropia, diffonde moneta. Lo stato rappresenta una stella che con il suo vivere termonucleare disgrega moneta, creando infrastrutture (materiali più pesanti).
Le scelte economiche come costruire un ponte in acciaio piuttosto che in ferro o in marmo piuttosto che in cemento, fanno si che questi investimenti durino e siano più redditizi per la comunità o più proficui per le società. Seppure le società danno lavoro alla comunità e gli utili sono tassati, l’evoluzione di un paese non può procedere perché bloccata a manutenere ciò che continua a rompersi.

L’economia dell’Europa è degli europei?

Insomma, quando ci si interroga nel concreto sulla questione, rimane sempre la domanda: di chi è l’economia che regna sovrana in queste terre?
Questa informazione è importante. Perché se i tassi di interesse applicati sono dell’Europa, allora noi siamo ricchi e non si comprende la crisi. Se invece sono della BCE, allora si spiega benissimo la crisi. Semplice.

Il potere è della banca… o delle banche

Se è vero che le politiche monetarie per i 18 paesi dell’Eurozona dipendono dalle decisioni della Banca centrale europea, senza nessuna voce in capitolo del Consiglio europeo, del Parlamento europeo, del Consiglio dell’unione ( o Consiglio dei ministri ) o della Commissione europea, allora siamo veramente nei guai.
Perché pur essendo questa partecipata di proprietà dell’Europa è di fatto indipendente. Mentre se l’ultima parola spetta al Consiglio allora è tutto molto più facile. Basta avere la maggioranza del consiglio europeo per decidere le sorti economiche della supernazione

Quindi. Quale miglior maggioranza di una petizione europea?

Il referendum per l’uscita dall’euro

Ora dimmi, di fronte a questo, il referendum italiano sull’Euro che valore ha?
Ma soprattutto, qualunque scelta italiana sui temi economici che valore ha?
L’uscita dall’euro è una pazzia, sì, ma è sull’entrata vera e propria che noi abbiamo dei seri problemi.
Quindi o dentro o fuori. A queste condizioni meglio fuori che dentro.
Non abbiamo una Costituzione europea, non abbiamo un dispositivo di proposta di legge popolare, non abbiamo possibilità di emanare in nessun modo proposte di legge per espressione diretta del volere dei cittadini e sulla politica comune sui temi come le forze armate, la sanità, la scuola, ma solo direttive che poi i governi possono travisare, stravolgere e anche disattendere. Quindi a che serve tutto questo?

La Costituzione Europea

European Citizens
European Citizens

La soluzione vera e propria per una politica comune di rilancio dell’Europa sarebbe la redazione del documento di Costituzione europea. Tramite il vaglio di diverse petizioni popolari – online – compilate dai cittadini interessati. In questo modo si potrebbe redarre un documento di bozza da presentare e approvare nelle sue diverse revisioni.
Ancor prima di ciò serve la formulazione di un regolamento per lo svolgimento delle procedure di partecipazione popolare. Un documento che descriva il patto europeo di salvaguardia dei paesi della comunità ( nessuno che rimanga indietro ad esempio ). Tale documento deve per forza fondersi insieme ai diritti civili e ai diritti umani.
Si renderebbe necessaria la scissione dei governi e la costituzione di governatorati locali. Entità molto più snelle rispetto agli attuali Stati mastodonte, per la definizione delle leggi e l’adattamento ai territori, sempre con la partecipazione popolare. Oltre ai rappresentanti delle maggioranze nella seduta di un consiglio di questi governatorati.
Infine sarebbe utile definire il recall, una formula di salvaguardia degli eletti, come difesa dei cittadini. Questo qualora i rappresentanti, stessi del parlamento o del governatorato, interpretino male le direttive nella formulazione delle leggi.
Quella di oggi è una convenzione pseudo-economica a favore di pochi. Questa, invece, finalmente sarebbe Europa, veramente.

Potremmo dire con estremo orgoglio: ce lo chiede l’Europa, cioè noi!

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Un commento

  1. Pingback: Euro, Europa, moneta, economia: referendum e l'Italia • cartella di Stefano Monti

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