io sono…

io sono…

Sono spartano, indiano, anche cinese, africano, finlandese, cittadino del mondo. Mi ritrovo con chiunque difenda i diritti civili dell’uomo e lotti contro i soprusi, contro l’ignoranza e l’inciviltà. Sono umano innanzitutto.

Nessuna ideologia o vena leaderistica dovrebbe guidarci, ma noi in prima persona come comunità dovremmo difendere i nostri diritti e i doveri di tutti. Sono dunque esisto.
Nessuna ideologia o vena leaderistica dovrebbe guidarci, ma noi in prima persona come comunità dovremmo difendere i nostri diritti e i doveri di tutti. Sono dunque esisto, spesso non basta scriverlo, bisogna argomentarlo.

Posso sbagliare e per questo motivo non decido mai da solo sulle questioni importanti di democrazia e di civiltà, a meno che le circostanze non me lo impongano.

Non farò mai in modo che il potere si concentri tra i pochi e neanche che i pochi siano abusati dai pochi o dai molti.

Odio i gruppi di potere, o che il potere vorrebbero, che intendono dominare spingendo ideologie. Quello che voglio è che ogni uomo sia libero di ragionare con la propria esperienza e il buon senso in un consesso democratico.


Negazionista, certo, perché no?

Visti gli ultimi sviluppi dell’opinione pubblica, oggi sono negazionista.
Non credo che il problema fossero i fascisti o i comunisti, non solo i nazisti, Hitler, la gestapo, le SS, Himmler, i campi da concentramento o chiunque altro. La colpa non è mai solo di un caso.
Forse serve parlare dei veri responsabili, dei primi complici. Il problema forse erano più i cittadini stessi che curavano il proprio orticello. Quelli che prendevano la verità in prestito da altri senza informarsi. Coloro i quali se ne fregavano di tutto “tanto sono tutti corrotti”, quelli che hanno permesso tutto questo, quelli che hanno negato fino all’inverosimile, quelli che non si sono mai battuti per niente, quelli che nonostante abbiano sfruttato tutto il non lecito poi sono sopravvissuti.

Oggi sta accedendo la stessa cosa.
Odiamoci pure, ma non restiamo indifferenti.

Odio gli indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.

Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.

È la fatalità; ciò su cui non si può contare; ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza.

Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.

Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente.

Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.

Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

Antonio Gramsci
Luca e Paolo leggono Gramsci, Sanremo 2011

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2 commenti

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