Divide et impera su microconcetti: come i media attraverso i meme guidano la nostra attualità (il presente) e quindi la nostra vita

Divide et impera su microconcetti: come i media attraverso i meme guidano la nostra attualità (il presente) e quindi la nostra vita

Ecco un esempio di meme in forma di tag-cloud

La lista a campione che segue poco più in basso, è una piccola raccolta senza un senso specifico o uno scopo in particolare. Utile a capire cosa sia un meme anche a chi ha vissuto nelle caverne sino ad oggi. Un esempio, né più né meno, dei memi culturali a cui attingiamo indirettamente e inconsapevolmente dai nostri media: i mezzi di comunicazione di massa.

Che questi media siano il “bar dello sport”, uno dei tanti quotidiani da il “corriere della sera” a la “stampa”, il local-issimo “resto del carlino”, ma anche il giornalino della parrocchia, l’influsso sarà il medesimo. Incredibilmente anche se il nostro unico media saranno i fumetti.

Se anche il nostro media si trova su una qualunque piattaforma di streaming o la classica “TV digitale”, nulla cambia.

Anche se abbiamo l’ardire di non leggere quotidiani, libri, guardare la tv, o andare al bar, ebbene, questi meme ci raggiungeranno sempre e comunque. Questo perché sono costantemente presenti ovunque. Come un imprinting che trasmette il messaggio subliminale. Come l’immagine allo specchio della nostra realtà, dove lo specchio è l’estratto concentrato del significato del messaggio.

Persino se tutta la nostra socialità si riferisce ad uno dei tanti social da “twitter” a “facebook” passando per “instagram”, “telegram”, “whatsapp”, eccetera… nulla cambia.

Si rende necessario questo strumento denominato meme, proprio perché il nostro cervello funziona così: parola -> immagine -> significato

Questi meme sono i significati basilari dei costrutti nella nostra vita che — opportunamente gestiti — manipolano la nostra immediata reazione. Ed è tutto ciò che serve per andare avanti nella direzione voluta.

Più l’immagine è semplice e più è facile accettarla. La mente umana — quella dei cacciatori ed agricoltori di ieri, ma identica a quella delle grandi aquile randagie da palcoscenico TikTok di oggi — non è pronta per gestire quella massa di informazioni che può fuoriuscire da un villaggio globale di 8 miliardi di abitanti del branco. Per cui semplificare è la regola, una necessità. Vince il concetto più immediato, più semplice, più logico, anche se è quello sbagliato.

Come? Usi solo “reddit”? Beh, sei comunque tra noi amico/a!

Una lista di termini a caso.

  • Art18 #Sbagliato #Giusto
  • Confindustria #Lavoro #Disoccupazione
  • Sindacati #Disoccupazione #Lavoro
  • Grillini #Niente #Tutto
  • Renzi #BravoMa #IncapaceMa
  • Evasori #Cattivi #Pessimi
  • Piazza #Poesia #Confusione #Errore #Architettura
  • Stato #Soldi #Politica #Popolo #Democrazia #Elezioni
  • Governo #Incapaci #Potere #Privilegi #Ladro
  • Landini #Brutto #Incapace
  • Grillo #Cattivo #Genio #Pancisti #Populisti
  • Salvini  #Capitano #Ignorante #Pancista #Populista
  • Dissenso #Terrorismo #Sbaglio

E così via.

C’è chi sta creando uno o più dizionari dei memi da qualche parte, in costante evoluzione. Una gigantesca raccolta di parole e significati ammessi e condivisi perché partecipati. I significati del pensiero comune associato agli argomenti, tutti, nessuno escluso. Una specie di tabella delle relazioni tra parole. Chiaramente solo le consociazioni ammesse.

Perché i MEME e anche media che non li usano?

Potrebbero apparire banali gli esempi usati, di estrema semplificazione. In realtà quella lista di esempio, qui sopra, riassume il livello di informazione per questi pochi argomenti presenti sui media. Ci sono argomenti molto più ampi e vasti, potrei scrivere ENI e di fianco #green e alcuni di voi sarebbero d’accordo, altri perplessi, ma tutto perfettamente spiegabile. Questi argomenti possono essere rappresentati nei modi in cui il marketing li sviluppa fino a che il messaggio non arriva, ed è il meme ad esserne la conferma.

Da ciò si evincono parecchi problemi di fondo. Si parte dalla molta ignoranza passando dall’approssimazione alla superficialità. Purtroppo questo è il prezzo che dobbiamo pagare per l’attualità. Perché la cultura e l’informazione sono strettamente fusi con il marketing. Come la pubblicità è miscelata agli articoli sui quotidiani, al TG sulla TV, al film dell’intrattenimento e in ogni aspetto della nostra socialità.

Ormai non facciamo più caso a niente, ma ognuno di noi incontra almeno 600 pubblicità al giorno, ovunque si trovi. Queste possono contenere dai 2 ai 6 messaggi ciascuno. Per un totale di 1.200 input come minimo, fino ai 3.600 messaggi come massimo.

Una mole sicuramente ingestibile per chi è figlio/nipote di chi nemmeno 100 anni fa entrava nel bosco per raccogliere more e riceveva al massimo 50 stimoli al giorno. Eppure ne veniamo influenzati come in un continuo messaggio subliminale.

Difficile ammetterlo, lo so, ma è così, altrimenti non vi spieghereste perché così tanta pubblicità no?

Tra dieci giorni andremo al supermercato/a votare/in ferie/sceglieremo un canale e faremo la nostra “politica di scelta” sulla base degli input ricevuti, fine. Qualcuno prova a negare, ma gli studi in merito e la continua spesa in comunicazione e marketing, di tutte le entità di successo, confermano questo trend. Un andamento proporzionale, blandamente normato, che spinge le masse ignoranti e frustrate verso la direzione voluta.

Ha voglia Galimberti a dire che dobbiamo dare spazio ai giovani, migliorare la scuola e dare loro identità, cultura, istruzione e formazione. In realtà un popolo ignorante e frustrato si governa meglio con soggetti semplici e messaggi ancor più facili.

Se vogliamo confermare l’eccesso di queste pubblicità, lo strapotere raggiunto e la loro aggressività, immaginiamo l’arroganza e l’invadenza dei callcenter. Per uno stupido checkbox che ci siamo persi nell’ultimo cambio operatore telefonico o cambio compagnia mutuo/assicurazione/compagnia elettrica, gas, acqua, servizi, veniamo subissati di telefonate di certo non desiderate per servizi che abbiamo già sottoscritto da persone che non sanno neppure da dove viene il vostro telefono. Chiaro no?

Questione complessa e articolata. Si può riassumere il tutto con un meme?

Certo, tutto si può riassumere, ma io sono in ingegnere informatico. Al massimo posso essere uno statistico e comunque molto nerd, per cui non ho le capacità di estrapolazione dei messaggi, tantomeno il dono del riassunto come è possibile evincere dai miei scritti. Al massimo posso raccogliere 14 milioni di parole e i relativi meme in pochi minuti con qualche riga di codice, lì si che ho la capacità del dono di sintesi, ma qui come riassumo che #UnPopoloIgnoranteSiGovernaMeglio?

Per esempio oggi si sono inventati anche l’auto opposizione di sinistra, ma in realtà è #Democristiani versus #Laici. Va beh, come esempio non aiuta, perché servono background culturali consolidati. Ossia, roba che si accumula con “decennali decadi di cetrioli e zucchine ar culo”, come dice un’amica sincera. Ecco, allora potremmo usare il meme #Zucchine, sono certo che aggiungendo anche #ArCulo sarebbe per tutti molto chiaro, anche se inutile.

La persona oggi non vale più, deve garantire il branco. La fazione. La parte, il Partito.

Per farla semplice con un esempio politico, ma potrebbe anche essere un brand di scarpe, non cambia il risultato

Tutto quanto viene ricondotto ad un meme, più semplice da manipolare. Si estrapola un significato per trasformarlo a condizione soddisfacente per la parte. Concetto difficile ma l’età ve ne darà ragione. Questa parte interessata al messaggio poi sceglierà il veicolo su cui trasmettere il meme. Punto.

Cent’anni fa ci si stringeva la mano ed era un patto solenne. Oggi neanche le leggi e le firme su un foglio consentono il rispetto delle proprie decisioni e dell’altrui esistenza. La persona oggi non vale più, deve garantire il branco. La fazione. La parte, il Partito.

Esempio. Siete una forza politica che vuole trasmettere il messaggio “equità fiscale”? Volete legare questo meme al vostro gruppo politico? Si comincia dai canali e dal target che vi appartengono, per poi permettere che questo si allarghi a macchia d’olio da solo.
Risultati? Discreti. Impegno necessario? Semplice, efficace, immediato. Costo? Quasi zero. É bastato produrre un comunicato stampa condiviso con il gruppo politico, quello creativo e il marketing.

Ora immaginiamo che invece sia il tal Lorenzo Immaginario di Valcapranica a voler fare la medesima cosa, associare il meme “equità fiscale” al partito di cui sopra. Immaginiamo pure che Lorenzo sia un patito di quel gruppo politico, militante entusiasta, facente parte del gruppo locale di Valcapranica e sia anche abbastanza caparbio quanto intraprendente, quindi che ci metta tantissimo impegno e risorse.
Risultati? Pessimi. Impegno necessario? Difficile, inefficace, estenuante. Costo? Enorme. Decine di comunicati stampa condivisi con il gruppo locale e con il gruppo politico di Roma, quello creativo e del marketing. Alla fine ha dovuto comprare delle pagine pubblicitarie per poterlo pubblicare.

Chiaro adesso?
Non siamo tutti uguali come ci vuole la Costituzione, il libro più disatteso e meno letto dagli italiani.

Tutto questo avviene costantemente in ogni media, mentre ciò che avevano costruito con mille sacrifici i nostri nonni e genitori è diventata carta straccia. Questo perché la cosa pubblica creata con questi sacrifici è gestita effettivamente da Mafie locali e amministrata da Mafie così espanse da diventare impercettibili ed evanescenti.

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